Quello della radler è un gusto non proprio vicino alla tradizione italiana, ma è anche vero che sempre di più sta entrando nella nostra cultura questo tipo di birra. Siamo tra l’altro nelle vicinanze del suo centesimo anniversario: la sua storia nasce ufficialmente nel 1922 quando in Baviera un gruppo di ben 13mila ciclisti fece visita alla taverna di Franz Xaver Kugler il quale, sapendo che la birra nei suoi fusti non sarebbe mai bastata, decise di creare un mix con del succo di limone, spiegando agli avventori che in questo modo avrebbero avuto minori problemi con il rientro a casa. Evidentemente l’idea di mischiare birra a una bevanda dolce analcolica piacque al punto che poi la radler sarebbe entrata nel novero delle bottiglie messe in commercio.
Esistono tra le radler anche delle produzioni di eccellenza. Una di queste è rappresentata dalla Schöfferhofer Grapefruit: abbiamo già parlato in passato di questa casa di produzione tedesca legata a doppio filo anche con Gutenberg, l’inventore dei caratteri mobili per la stampa. Dalla Hefeweize, una delle birre di punta della Schöfferhofer, è nato questo prodotto da soli due gradi e mezzo di alcol, 36 chilocalorie per cento grammi, pensato anche per chi non ama l’amaro caratteristico della birra. Molto apprezzata dal pubblico canadese e statunitense, la Schöfferhofer Grapefruit ha al suo interno l’aggiunta di succo di pompelmo. Il suo colore caratteristico è il biondo oro intenso tendente all’arancio, opalescente perché la birra non è filtrata. La schiuma è bianca, fine e persistente, è consigliata per l’aperitivo e si accompagna molto bene con piatti agrumati e dessert alla frutta. L’opinione del sommelier di birra è che deve essere servita con una temperatura tra i sei e gli otto gradi, in modo da avvertire la sua struttura, l’essenza dolce e fruttata, con sentori di banana e pompelmo rosa.
Per assaggiarla, vieni alla Pizzeria Ristorante Birreria Dabbe di Pisa, dove puoi trovarla e accompagnarla alle specialità italo/tedesche della casa.
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